In seguito alle polemiche sul rimpatrio del terrorista libico abbiamo chiesto il parere di chi il terrorismo lo fece qui da noi, in Italia, durante il periodo conosciuto come anni di piombo. L'intervista è stata accettata a patto che il terrorista rimanga anonimo, e per questo la descrizione del suo volto verrà oscurata.
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-Benvenuto signor... come vuol essere chiamato?
-Smith.
-Tipo John Smith?
-Tipo Smith & Wesson. Avevo chiesto che mi venisse distorta la voce, sa, per l'anonimato.
-Chiedo scusa, penso che la regia provvederà subito.
-Grazie.
-Possiamo iniziare l'intervista se lei è pronto.
-Quando vuole.
-Bene. Innanzitutto: lei non dovrebbe essere in galera?
-Probabile. Iniziamo tra cinque minuti? Devo andare in bagno.
-Ho qui i suoi fascicoli, tutto ciò che la magistratura e la stampa ha raccolto in anni di inchieste. Ne risulta una figura controversa.
-Posso vedere?
-Tenga pure.
-Carta morbida...
-Mi scusi?
-Approfitto di questa pausa per andare in bagno.
-Quale pausa?
...
-Chiedo scusa per il contrattempo.
-Stavo per farle alcune domande riguardo a quello che si evince dai suoi incartamenti.
-Quali incartamenti?
-Quelli che le ho passato prima che andasse in bagno.
-Ne è sicuro?
-Li ha portati con se, l'ho vista.
-Lei è pazzo.
-In una recente intervista sul mensile “Carabine & Cerbiatti” lei ha dichiarato di essere pentito del suo passato. Si sente di ribadirlo?
-Senza ombra di dubbio. In anni di follie abbiamo reso il paese un posto peggiore.
-Cosa intende precisamente?
-Lo può immaginare, in anni di sparatorie... lei ha un'idea di quanto sia inquinante il piombo?
-Posso immaginarlo. Pensa mai alle vittime? Cosa direbbe loro adesso?
-A loro direi di tenere duro. Abbiamo seguito la peggior maniera per imporre i nostri ideali. Le nostre idee possono ancora dare il loro contributo alla società e saremo riscattati: non saremo vittime per sempre.
-Ma lei è un coglione...
-Mi piace definirmi un rivoluzionario.
-Lei militava tra i neri se non sbaglio...
-No, gli altri.
-I rossi quindi.
-No, gli altri.
-Ok, gli altri. Perchè lo facevate?
-Volevamo un mondo migliore. Per noi.
-E ci siete riusciti?
-Ora vivo al centro di Roma e prendo un cospicuo stipendio statale. Ho scritto tre libri. Bestsellers.
-Lo prendo come un si.
-Ma alcuni amici sono morti in questa guerra.
-Quindi ritiene che la vostra “guerra” è stata un male anche per voi?
-Ora vivo al centro di Roma e prendo un cospicuo stipendio statale. Ho scritto tre libri. Bestsellers.
-Lo prendo come un no. Forse è una domanda banale: lo rifarebbe?
-Cosa?
-Il terrorista.
-Rivoluzionario. No, non lo farei, ora il mondo è radicalmente diverso da quando noi iniziammo la nostra rivolta.
-Cosa intende con “diverso”?
-Ci sono più orfani.
-Quali sono oggi i suoi rapporti con le istituzioni?
-Ci sentiamo ogni settimana e di solito ci incontriamo per due chiacchiere i fine settimana.
-Ne deduco che siete in buoni rapporti?
-Splendidi.
-Ancora ad oggi la maggior parte dei delitti più feroci di quel periodo di sangue è ancora avolta dal mistero.
-Chieda pure.
-Lei sa chi è stato a far esplodere l'Italicus?
-Si
-E...?
-Cosa?
-Chi è stato?!
-Non posso dirvelo.
-Conosce Cossiga?
-Non di persona, ma lo trovo molto simpatico.
-Non ne avevo dubbi. La Stazione di Bologna... è stato Fioravanti? I NAR?
-Loro che dicono?
-Di no.
-Qualcuno è in galera?
-Appena smesso.
-Qualche vittima è a casa o in galera?
-Cimitero.
-Peccato, sembrava una storia a lieto fine.
-E' stato appena scarcerato un terrorista libico. Fece un attentato in Scozia. Ora è vecchio e lo liberano. Cosa ne pensa?
-In un mondo dove non c'è più poesia il sangue è l'unico simbolo dove trovare del romanticismo.
-Lei è quasi più idiota di Jim Morrison, mai pensato di emularlo?
-Non so suonare il basso.
-Il terrorista di cui le parlavo è stato accolto tra gli applausi non appena è arrivato in patria. Non pensa sia offensivo per le vittime?
-Io sono, come dire...
-Allibito?
-No, vivo.
-Con ciò?
-M'importa assai delle vittime...
-Cosa pensa di questi kamikaze che continuano a farsi esplodere in medioriente?
-Non vedo alcun ritorno economico nell'uccidersi.
-E gli ideali?
-Ah si, quelli. Dopo l'intervista la invito a cena, le offro degli ideali in agrodolce.