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-Benvenuto signor... come vuol essere chiamato?
-Smith.
-Tipo John Smith?
-Tipo Smith & Wesson. Avevo chiesto che mi venisse distorta la voce, sa, per l'anonimato.
-Chiedo scusa, penso che la regia provvederà subito.
-Grazie.
-Possiamo iniziare l'intervista se lei è pronto.
-Quando vuole.
-Bene. Innanzitutto: lei non dovrebbe essere in galera?
-Probabile. Iniziamo tra cinque minuti? Devo andare in bagno.
-Ho qui i suoi fascicoli, tutto ciò che la magistratura e la stampa ha raccolto in anni di inchieste. Ne risulta una figura controversa.
-Posso vedere?
-Tenga pure.
-Carta morbida...
-Mi scusi?
-Approfitto di questa pausa per andare in bagno.
-Quale pausa?
...
-Chiedo scusa per il contrattempo.
-Stavo per farle alcune domande riguardo a quello che si evince dai suoi incartamenti.
-Quali incartamenti?
-Quelli che le ho passato prima che andasse in bagno.
-Ne è sicuro?
-Li ha portati con se, l'ho vista.
-Lei è pazzo.
-In una recente intervista sul mensile “Carabine & Cerbiatti” lei ha dichiarato di essere pentito del suo passato. Si sente di ribadirlo?
-Senza ombra di dubbio. In anni di follie abbiamo reso il paese un posto peggiore.
-Cosa intende precisamente?
-Lo può immaginare, in anni di sparatorie... lei ha un'idea di quanto sia inquinante il piombo?
-Posso immaginarlo. Pensa mai alle vittime? Cosa direbbe loro adesso?
-A loro direi di tenere duro. Abbiamo seguito la peggior maniera per imporre i nostri ideali. Le nostre idee possono ancora dare il loro contributo alla società e saremo riscattati: non saremo vittime per sempre.
-Ma lei è un coglione...
-Mi piace definirmi un rivoluzionario.
-Lei militava tra i neri se non sbaglio...
-No, gli altri.
-I rossi quindi.
-No, gli altri.
-Ok, gli altri. Perchè lo facevate?
-Volevamo un mondo migliore. Per noi.
-E ci siete riusciti?
-Ora vivo al centro di Roma e prendo un cospicuo stipendio statale. Ho scritto tre libri. Bestsellers.
-Lo prendo come un si.
-Ma alcuni amici sono morti in questa guerra.
-Quindi ritiene che la vostra “guerra” è stata un male anche per voi?
-Ora vivo al centro di Roma e prendo un cospicuo stipendio statale. Ho scritto tre libri. Bestsellers.
-Lo prendo come un no. Forse è una domanda banale: lo rifarebbe?
-Cosa?
-Il terrorista.
-Rivoluzionario. No, non lo farei, ora il mondo è radicalmente diverso da quando noi iniziammo la nostra rivolta.
-Cosa intende con “diverso”?
-Ci sono più orfani.
-Quali sono oggi i suoi rapporti con le istituzioni?
-Ci sentiamo ogni settimana e di solito ci incontriamo per due chiacchiere i fine settimana.
-Ne deduco che siete in buoni rapporti?
-Splendidi.
-Ancora ad oggi la maggior parte dei delitti più feroci di quel periodo di sangue è ancora avolta dal mistero.
-Chieda pure.
-Lei sa chi è stato a far esplodere l'Italicus?
-Si
-E...?
-Cosa?
-Chi è stato?!
-Non posso dirvelo.
-Conosce Cossiga?
-Non di persona, ma lo trovo molto simpatico.
-Non ne avevo dubbi. La Stazione di Bologna... è stato Fioravanti? I NAR?
-Loro che dicono?
-Di no.
-Qualcuno è in galera?
-Appena smesso.
-Qualche vittima è a casa o in galera?
-Cimitero.
-Peccato, sembrava una storia a lieto fine.
-E' stato appena scarcerato un terrorista libico. Fece un attentato in Scozia. Ora è vecchio e lo liberano. Cosa ne pensa?
-In un mondo dove non c'è più poesia il sangue è l'unico simbolo dove trovare del romanticismo.
-Lei è quasi più idiota di Jim Morrison, mai pensato di emularlo?
-Non so suonare il basso.
-Il terrorista di cui le parlavo è stato accolto tra gli applausi non appena è arrivato in patria. Non pensa sia offensivo per le vittime?
-Io sono, come dire...
-Allibito?
-No, vivo.
-Con ciò?
-M'importa assai delle vittime...
-Cosa pensa di questi kamikaze che continuano a farsi esplodere in medioriente?
-Non vedo alcun ritorno economico nell'uccidersi.
-E gli ideali?
-Ah si, quelli. Dopo l'intervista la invito a cena, le offro degli ideali in agrodolce.