martedì 25 dicembre 2012

Detti memorabili di Filippo Facci

Non è vero, come qualcuno dice in un impeto di cinica ostentazione esistenzialista (che per comodità chiameremo grunge), che i più fortunati sono quelli che non sono mai nati. Non solo perchè quest'affermazione nasconde un trabocchetto ontologico mortale che, una volta scattato, farà nascere da qualche parte nel mondo un filosofo scassacoglioni. Per colmo di sfiga, esistenzialista.
L'affermazione è fallace in quanto ai più appare chiaro che la vera fortuna sta nel nascere ricchi, fighi, sufficientemente stupidi in un ambiente culturalmente inadeguato, con un pene discretamente proporzionato e la prospettiva di trovarsi presto un 2000 turbo incastonato intorno al culo. Per l'altro sesso -fate voi quale- è più o meno lo stesso a parte che per incompatibilità genetica, al pene e alla macchina che va forte (che si lega anche ad una incompatibilità legislativa conosciuta come strage), si avrà l'accortezza di sostituire un seno voluminoso o un culo da catalogo di intimo scopacchione. Le due doti dovrebbero essere mutualmente esclusive in quanto la coesistenza dei due fenomeni equivale a barare.
Se non si è dotati di questa fortuna, la vita che ci si staglia davanti può assume le fattezze di un agente pignoratore intento a studiarti e ad approfittare di ogni tua mancanza. Di solito per scampare al costoso abbraccio della Pfizer alla gente non resta che trarre vantaggio da atroci meschinità.
C'è chi si convince di essere insoddisfatto dai tempi in cui viviamo, considerando ineguagliabili stili di vita decaduti decadi addietro, dai tempi in cui RDS trasmetteva solo musica prog a quelli in cui ci si muoveva in carrozza e per ingannare l'attesa tra la nascita e la morte si era soliti muovere guerra alla Francia. Come sia possibile considerare migliore un'epoca dove la più grande fortuna di un essere umano era non crepare di vaiolo, mi perplime.
Altri ancora cercano successo nell'affermazione personale con la speranza di avere, un giorno, almeno un paragrafo su Wikipedia dove si parli di loro. Escludendo coloro che puntano alla successione di Hugh Hefner (indubbiamente i più avveduti), il resto della gente prova a scavare nella propria infelicità dedicandosi alle discipline umanistiche; vuoi perchè si hanno delle mani di merda e quindi un hobby come il bricolage è fuori discussione pena il trapanarsi un ginocchio, vuoi perchè in un momento di improvvida distrazione (ingenuo e imperdonabile errore) uno si da un'occhiata dentro scoprendo un paesaggio post-nulceare da non dormirci per giorni.
E' indiscutibile la passione che una persona può gettare alla scoperta del proprio intimo. E non parlo del sano autoerotismo adolescenziale (e oltre).
Ci sono solo due gravi errori che un neofita dell'anima (di sto cazzo) può commettere: apprezzare Sartre (cosa che lo trascinerà in uno squallido baratro contornato di banalità, assenzio, orribile musica d'autore e, infine, la politica) ed approfittare del male moderno, inernet, per divulgare e palesare la propria mediocrità. Credo proprio che a riguardo, vi devo delle scuse.
Sarà che a natale siamo tutti più buoi (anche considerato quanto ho mangiato), io mi trovo nella spiacevole situazione di dovervi fare un regalo o se non altro un gesto di cortesia. Come ad esempio riprendere in mano questa rubrica, ripulirla e darle una serena conclusione.
Ci sono varie scuole di pensiero riguardo alla chiusura dei blog. Alcuni credono che annunciare in pubblica piazza il proprio ritiro sia un gesto dovuto, altri, forse i più sgamati tra tutti, pensano che la naturale reazione all'esternazione “chiudo il blog” sia un sentito “esticazzi?!”.
Io credo che entrambe le idee su esposte pecchino di eccessivo ottimismo. Mi accontento di lasciare un po' d'ordine, come quando partendo per una vacanza non si resta con il dubbio che gli euri messi da parte per comprare la verginità di una dodicenne cambogiana possano trovare una nuova destinazione nel ricostruire la facciavista del proprio appartamento malamente sfigurata dal fornello lasciato acceso ed andato fuori controllo.
Tutto questo che c'entra con il discorso di prima sull'infelicità? C'entra perchè sia io che te sappiamo bene che se ci troviamo su questo blog è solo per fare la conta dei danni. Affastellare tutte le problematiche accumulate, metterle in mostra, in ordine e cercare di capire se effettivamente la più grossa seccatura che abbiamo è cercare un parcheggio il sabato sera o sperare che ci sia anche dell'altro.
E se per caso vi trovate nella sciagurata posizione di chi proprio non riesce a trovare dell'altro allora o siete finiti o siete tra quelli fortunati di cui parlavo prima. Che più o meno è lo stesso.