Neottolemo nasce in Grecia da papà Achille e da mamma Deidamia. Da affettuoso padre che era ,Achille, fece partecipare il figlio alla guerra di Troia e gli disse: "Dopo quello che ho fatto ad Ettore se i Troiani ci acchiappano qua passiamo un brutto quarto d'ora; vedi di non combinare guai" e Neottolemo infatti andò subito ad uccidere Priamo , che era così vecchio che nemmeno riusciva a camminare bene, e Astianatte , che era così piccolo che nemmeno riusciva a camminare bene. Dopo aver compito questi gesti nobili disse: "Proprio ora che iniziavo a prenderci gusto non c'è più niente da fare.." e allora rapì Polissena, giusto per tenere viva la sua fama di gran signore. Molti anni dopo un certo Alighieri decise di ricordare questo personaggio relegandolo all'inferno, tra gli assassini, tributandogli nuova fama. Un po' di tempo dopo il qui scrivente ne raccoglie il nome e ne fa il suo nick.Qui Scrivente nasce a Roma nel bel mezzo degli anni ottanta e data la sua giovane età ne sarà solo sfiorato non riportando seri danni apparte delle foto in cui si nota con una folta capigliatura riccia, tute in acetato circondato da persone con i più improbabili look. Dopo una settimana o due dalla sua nascita papà Scrivente ci ripensa e porta tutta la famiglia a tre ore di distanza da Roma, in un appartamento al settimo piano a Campobasso. "Al settimo piano non hai la gente sopra che fa casino" ,disse il signor Scrivente, ma non aveva considerato che le soffitte sono atte al transito delle persone, che portano oggetti e fanno rumore. Uno di questi transitanti un giorno decise che la sua soffitta era davvero confortevole per alloggiarvi uno studiolo e così fece mandando a benedire la teoria del signor Scrivente e la tranquillità di quell'appartamento al settimo piano.
L'appartamento della Famiglia scrivente era allocato in un grosso complesso in cui gli spazi aperti erano molti, ed erano anche sicuri. Così il piccolo Qui fu da subito libero di andare in giro da solo dove meglio credesse ed inizio a fare le prime amicizie; andava in giro, andava in bici, sui pattini, giocava a nascondino, correva, veniva picchiato dai ragazzi più grandi (e non), insomma faceva tutte le cose che fanno i bambini, si, sputava anche dal balcone, ma non giocava a calcio e l'unica volta che Qui provò a giocare a calcio fu investito da una macchina che stava passando sopra il campetto senza alcun motivo plausibile.
Qui andò all'asilo (dove in una recita assurse al ruolo di Baldassarre, il re mago, un picco di notorietà forse ancora non superato) dove fece la conoscenza di alcuni particolari individui della società: le suore, creature metà donne e metà pinguino che in quel luogo risiedevano e comandavano. Dopo l'asilo il bambino inizio gli studi esordendo in uno smagliante grembiule azzurro in uno scantinato di un istituto religioso (si, sempre suore) dove frequentava la primina. Quando ormai credeva in una rigida società capeggiata dalle suore il sistema dell'istruzione statale diede una clamorosa svolta alla sua esistenza proiettandolo in una scuola pubblica dove le suore erano ora soppiantate dall maestre: creature metà donna metà impiegate statali e per una buona parte acide. Quando Qui iniziò a rimpiangere le suore si trovò già alle medie. Tra percosse ed angherie subite gli anni delle medie trascorsero veloci per Qui e videro un notevole calo del suo rendimento scolastico; al che il signor scrivente decise che avrebbe frequentato il liceo classico.
Ma il destino volle diversamente, così per l'ormai adolescente Qui si aprirono le porte dell'Itas. Spacciata per scuola di'istruzione superiore, l'Itas era in realtà un luogo di divertimento ed ozio coatto dove il giovane si trovava particolarmente bene e nella quale passò beatamente cinque anni a grattarsi. Ma il destino beffardo gli tese una trappola, facendogli apprezzare la musica e riaccendendo in lui una vecchia e sepolta passione: la chitarra. Negli ultimi anni sarò proprio questo strumento una croce ed una delizia per il giovane Qui, ma più che altro una croce. E sarà sempre in quegli anni che forte di un incerto giro di Do decide di mettere su un complessino con i suoi amici. E proprio i suoi amici, viste le sue doti di chitarrista decideranno che farà il cantante, ed affideranno la seconda chitarra a terzi. Terzi non si presenterà quasi mai lasciando il complessino abbastanza scarno.
Tra un frizzo ed un lazzo, in una mattina d'estate, Qui ruberà un 85 all'esame di stato provando una certa ingiustificata euforia che affogherà in una bottiglia di amaro esibendosi ,tralaltro , in discutibili performance poco apprezzate dal vicino di casa. Ripresosi dalla sbornia, Qui decide di iscriversi ad ingegneria , seguendo un non chiaro ragionamento: "la matematica non mi è mai piaciuta, mi iscriverò ad ingegneria" ma tant'è. Prese baracche e burattini, fa ritorno nella natia Roma per dedicarsi allo studio, ma se ne pente subito e decide di dedicarsi all'ozio. Ci vorrà un po' più di tempo, ma Qui si pentirà anche della scelta della facoltà ed annuncia la scelta di iscriversi a lettere una sera di gennaio. La famiglia accoglie la novità con molta gioia, ma la maschera molto bene, "sei un coglione" fu uno dei commenti del signor Scrivente.
Ora Qui è al secondo anno di Lettere, ha cambiato casa, si è fatto crescere i capelli (non lo faceva da 12 anni!!!), e non ha mai più avuto rapporti con delle suore (se non sporadici) e con ogni altro genere di donna (se non sporadici).
L'appartamento della Famiglia scrivente era allocato in un grosso complesso in cui gli spazi aperti erano molti, ed erano anche sicuri. Così il piccolo Qui fu da subito libero di andare in giro da solo dove meglio credesse ed inizio a fare le prime amicizie; andava in giro, andava in bici, sui pattini, giocava a nascondino, correva, veniva picchiato dai ragazzi più grandi (e non), insomma faceva tutte le cose che fanno i bambini, si, sputava anche dal balcone, ma non giocava a calcio e l'unica volta che Qui provò a giocare a calcio fu investito da una macchina che stava passando sopra il campetto senza alcun motivo plausibile.
Qui andò all'asilo (dove in una recita assurse al ruolo di Baldassarre, il re mago, un picco di notorietà forse ancora non superato) dove fece la conoscenza di alcuni particolari individui della società: le suore, creature metà donne e metà pinguino che in quel luogo risiedevano e comandavano. Dopo l'asilo il bambino inizio gli studi esordendo in uno smagliante grembiule azzurro in uno scantinato di un istituto religioso (si, sempre suore) dove frequentava la primina. Quando ormai credeva in una rigida società capeggiata dalle suore il sistema dell'istruzione statale diede una clamorosa svolta alla sua esistenza proiettandolo in una scuola pubblica dove le suore erano ora soppiantate dall maestre: creature metà donna metà impiegate statali e per una buona parte acide. Quando Qui iniziò a rimpiangere le suore si trovò già alle medie. Tra percosse ed angherie subite gli anni delle medie trascorsero veloci per Qui e videro un notevole calo del suo rendimento scolastico; al che il signor scrivente decise che avrebbe frequentato il liceo classico.
Ma il destino volle diversamente, così per l'ormai adolescente Qui si aprirono le porte dell'Itas. Spacciata per scuola di'istruzione superiore, l'Itas era in realtà un luogo di divertimento ed ozio coatto dove il giovane si trovava particolarmente bene e nella quale passò beatamente cinque anni a grattarsi. Ma il destino beffardo gli tese una trappola, facendogli apprezzare la musica e riaccendendo in lui una vecchia e sepolta passione: la chitarra. Negli ultimi anni sarò proprio questo strumento una croce ed una delizia per il giovane Qui, ma più che altro una croce. E sarà sempre in quegli anni che forte di un incerto giro di Do decide di mettere su un complessino con i suoi amici. E proprio i suoi amici, viste le sue doti di chitarrista decideranno che farà il cantante, ed affideranno la seconda chitarra a terzi. Terzi non si presenterà quasi mai lasciando il complessino abbastanza scarno.
Tra un frizzo ed un lazzo, in una mattina d'estate, Qui ruberà un 85 all'esame di stato provando una certa ingiustificata euforia che affogherà in una bottiglia di amaro esibendosi ,tralaltro , in discutibili performance poco apprezzate dal vicino di casa. Ripresosi dalla sbornia, Qui decide di iscriversi ad ingegneria , seguendo un non chiaro ragionamento: "la matematica non mi è mai piaciuta, mi iscriverò ad ingegneria" ma tant'è. Prese baracche e burattini, fa ritorno nella natia Roma per dedicarsi allo studio, ma se ne pente subito e decide di dedicarsi all'ozio. Ci vorrà un po' più di tempo, ma Qui si pentirà anche della scelta della facoltà ed annuncia la scelta di iscriversi a lettere una sera di gennaio. La famiglia accoglie la novità con molta gioia, ma la maschera molto bene, "sei un coglione" fu uno dei commenti del signor Scrivente.
Ora Qui è al secondo anno di Lettere, ha cambiato casa, si è fatto crescere i capelli (non lo faceva da 12 anni!!!), e non ha mai più avuto rapporti con delle suore (se non sporadici) e con ogni altro genere di donna (se non sporadici).
1 commento:
Ciao, mi chiamo Carlo Bonomi e faccio parte di un mensile (L'Angolo) on line e cartaceo, che esce nella provincia di Varese e a Milano. Ho letto un po' di pezzi sul tuo blog, mi sono molto piaciuti, soprattutto la ricerca sui comportamenti dei giovani italici. Possiamo pubblicarla sul prssimo numero del nostro giornale? se ti va, contattaci a redazione@angoloweb.net
a presto e complimenti
Posta un commento