mercoledì 30 maggio 2007

Stessa spiaggia, stesso male


-Buongiorno

-Salve, l'aspettavo da un po'. E' sceso tardi in spiaggia oggi. E che occhiaie poi... Si sente bene?

-Si sa, ieri sono andato a letto molto tardi.

-Ma si, ha fatto bene. E' stato fuori a divertirsi eh? Ma ha fatto bene sa, se queste cose non si fanno in ferie dico io!

-No no, è che c'erano troppe zanzare e non sono riuscito a dormire.

-E allora metta lo zampirone.

-Non posso, sa, mio figlio è asmatico. Veniamo al mare perché fa bene a lui, ce l'ha detto il medico. Così dobbiamo sorbirci le zanzare.

-E dire che qui quando c'erano i pipistrelli di zanzare non se ne vedevano.

-E adesso invece, dove sono i pipistrelli?

-Li hanno fatti sparire perchè disturbavano donne e bambini. Approposito, dov'è suo figlio?

-Lui dorme.

-E sua moglie?

-Dorme anche lei.

-E come mai solo lei sveglio?

-Mia moglie ha detto che dovevo fare la spesa. Mi sono svegliato ben presto per fare la spesa, ed ora sono sceso in spiaggia. Ecco perché le occhiaie.

-Beh ma se non si fanno questi sacrifici per la famiglia... La famiglia va rispettata, è un bene prezioso, sa. Beato lei che ha una famiglia.

-Approposito, mi è sembrato di capire che lei vive da solo.

-Si, sono vedovo.

-Oh, mi spiace.. e non ha mai pensato di rifarsi una famiglia?

-Fossi scemo...

-E la famiglia che è un bene prezioso?

-Lo sono anche i soldi ed il tempo libero.

-Si dedica molto al lavoro?

-Sono pensionato.

-Che culo...

-Ma parliamo d'altro, cosa le prepara sua moglie per pranzo? Io ho prenotato al ristorante sa. Lei cosa mangia?

-No no, cucino io, mia moglie dorme.

-Capisco, e cos'ha in mente di preparare?

-Stricnina e cicuta.

-....

(da lontano)- scusi signore, mi può tirare la palla? Signore? Signore?? Ehi signore?

-Che c@##o vuoi pure tu?!?!?!

(da lontano con tono critico)- Va la...che roba, certo che la gente potrebbe andare anche in vacanza ogni tanto... Cafone!



(riprende il dialogo con il pensionato)



-Su su, caro il mio signore, stia calmo! Pensi che lei è proprio fortunato sa.

-Ma per cosa scusi?

-Perchè può godersi l'ultima stagione di questa spiaggia. L'anno prossimo qua ci mettono una spiaggia privata, ci fanno tutto un lido la dietro sulla duna con la discoteca ed il ristorante. Pensi che fino ad una settimana fa era pieno di ambientalisti, tutti che protestavano. "Salviamo la spiaggia", "il mare è un bene di tutti e tutti devono rispettarlo", dicevano così. Avrebbe dovuto vedere che casino.

-Ed ora dove sono finiti?

-Li hanno portati in mare, a largo...

-Va che roba, ormai costruiscono ovunque. Ma chi vuole andare in spiaggia libera come fa?

-Vede li, quel corridoio di sabbia tra quei due lidi? La ci va chi vuole la spiaggia libera.

-Ma come? Quello è l'attracco per i natanti, è vietato stare li.

-Oh, ma non si preoccupi che tra poco lo chiudono e ci mettono un bar.

-E perché mai?

-Hanno paura che gli ambientalisti possano scendere a terra una volta tornati dal largo.

-Ecco...

-Ma questo è niente, doveva esserci cinque anni fa lei.

-Che succedeva cinque anni fa?

-Ma lei non sa nulla? Qui cinque anni fa era pieno di tartarughe marine, cavallucci marini, c'erano un'infinità di pesci. Una cosa guardi.

-Ed ora? Spariti di colpo?

-Eh si, li hanno tolti perché disturbavano i bagnanti.

-Ma scusi, qui non è bandiera blu?

-Blu? Va la. Qui è bandiera bianca, è tutto sterilizzato. Non c'è traccia di essere vivente nel raggio di sette chilometri.

-E nessuno ha dice nulla?

-Ma certo, per un po' di tempi doveva sentirli gli ambientalisti, hanno fatto un casino. "è uno schifo" dicevano.

-Ed ora? Si sono arresi così?

-Ma no, li hanno distratti bruciando quattro quinti di foresta amazzonica e sono subito corsi a protestare di la. Upi maior minor cessat. Ma infondo questa situazione è solo questione di tempo.

-Ah, si stanno prendendo provvedimenti? C'è un piano di ripopolamento ittico?

-Ma no, che dice. Tra tre anni qua ci tirano su un porto che non si è mai visto.

-Un porto grosso?

-Più o meno tutto il litorale. Pensi che si spingerà nell'entroterra per almeno dieci chilometri. Una cosa guardi.

-Fanfaraonica direi... E gli ambientalisti?

-Stanno pensando di mandare dei bambini a tirare i sassi agli orsi marsicani. Così vede come correranno quelli, e al porto non ci badano.

-Ma è pazzesco... (triiin) Oh,mi scusi, mi squilla il cellulare... Pronto?...Che ora è?...Ah, ora di pranzo...Si...e si... e si!! Ora salgo a cucinare! E un momento!

Mi scusi sa, mia moglie, devo andare a cucinare. Torna oggi pomeriggio in spiaggia?

-Non credo, oggi pomeriggio sono con amici per un poker. Lei scende in spiaggia?

-Non credo, mi sa che dovrò pulire casa.

-E sua moglie scende?

-Non credo, va a giocare a bridge con le amiche...

-Ah, bene, che gran cosa la famiglia.

-Ma vaff...

giovedì 24 maggio 2007

Caro Google ti scrivo...


Oggi non sapevo proprio come scrivere questo post, per fortuna con un'abile ricerca Google mi ha teso una mano. E mi ha stirato il polso. Capirete che con un polso dolorante scrivere un intero post è un lavoraccio. Così mi sono affidato alla nuova tecnologia. Va la, una cosa eccezzionale. Ho riaperto Google ed ho scritto una semplice frase "Come faccio a scrivere un post che riguarda Google con un polso stirato?". Un secondo e Google mi aveva fornito bello e pronto il post che state leggendo. Va la, una cosa fenomenale, nemmeno un po' di sforzo.

Perché dovete sapere che Google ormai può offrire un grande servizio (non è vero, ma devo dire così per una correttezza di forma). Google ormai mi conosce bene, è migliore del mio migliore amico. Se vogliamo dirla tutta è migliore di me, io stesso non mi conosco bene quanto lui conosce me. Io gli ho fornito i miei dati (altri se li è presi da solo, senza dare fastidio) e lui ora mi dice tutto quello che voglio. Si si, me lo dice lui, io non devo fare più niente. E' come la Sibilla senza il fastidio di doverla interpretare.

Io ricordo che un bel po' di tempo fa lessi un articolo su Repubblica dove millantavano questo futuro sviluppo di Google. Io non potevo crederci, sarebbe stata la soluzione a tutte le mie incertezze.

-"Ma secondo te sto meglio con la giacca blu o con il gessato?"

-"Aspetta chiedo a Google"


Leggendo l'articolo di Repubblica questi mi esemplificavano due possibili ricerche: "cosa faccio domani?" e "che lavoro dovrei cercare?". Allora io me ne sono ricordato quando il mio motore di ricerca preferito mi ha donato questo nuovo strabiliante servizio.

Chiesi un po' di tempo fa "cosa faccio nel week end?" e lui mi ha fornito il piano dettagliato della giornata secondo i miei gusti più reconditi. Una pianificazione perfetta. Google ha valutato i miei gusti, le mie aspettative, il tempo atmosferico, la temperatura, non ha tralasciato niente di niente e mi ha mandato a quel paese. Sapessi quanta gente che ce sta, ce li ha mandati tutti la Google Vacation. Ma d'altronde Schmidt l'aveva detto chiaro che voleva suggerirci anche a che ora andare in bagno. A me ha detto: appena sveglio, alle 11.30, alle 17.00 e poi prima di andare a dormire. Certo che a volte quando scappa è difficile trattenerla, ma se me lo dice Google...

C'è stato poi un tempo in cui mi ritrovavo insoddisfatto del mio lavoro così decisi di cambiarlo chiedendo consigli al motore di ricerca. Io ho sempre avuto una gran passione per la matematica e la logica così lui mi ha consigliato di fare il prof di matematica. Devo dire la verità, una volta trovatomi in ambito di studio ho scoperto che la mia passione non era più di un interesse. Però ho continuato sulla strada suggerita dalla mia sibilla e sono andato ad insegnare. I miei alunni continuano a dire che non capiscono, che io non ci metto il cuore nello spiegare, ma sono solo di piccoli ignoranti che non possono competere con i sofisticati algoritmi di una mente elettronica. Pensare che a me che piacciono le donne, le barche e le macchine veloci, Google avrebbe potuto dirmi "devi fare Briatore", sarebbe stato difficile.

Ma devo dire che iniziando a capire il funzionamento di questo metodo di ricerca la strada per me è tutta in discesa. Ormai gli chiedo tutto e ricevo puntualmente una risposta certa e sicura. Dal cibo alle donne lui mi risponde. Che gran cosa la tecnologia...

C'era un tempo in cui io stesso cercavo di fare dei piccoli ragionamenti sulle piccole decisioni quotidiane. Ora il buon Google me ne dispensa, bontà sua. Pensate, mi sovviene anche che nello stesso periodo dei piccoli ragionamenti commettevo anche degli errori. Si, succedeva che io a volte prendevo delle cattive decisioni e poi dovevo attrezzarmi per raddrizzarle... C'è ancora qualche scemo che pensa che scegliere da soli aiuti a crescere. Poveri scemi, secondo me questi lo dicono solo perché non sanno come si usa un computer.

Ma adesso mi sto dilungando troppo. Sono tre mesi che cerco di farmi lavare i vestiti da Google, ma lui proprio non vuole. Così mi tocca portare la biancheria dai miei per farla nettare. Si, perché i miei sono ancora legati alle vecchie tecnologie, sono arretrati, si fanno ancora le cose da soli. Ma d'altronde sono dei vecchi.

mercoledì 16 maggio 2007

Prete sorpreso in un cinema a luci rosse, l'opinone pubblica si interroga


Si si, c'è dell'incredibile in questa succulenta notizia di cronaca. Pensate un po' , un prete che guarda un film porno. Riportiamo l'articolo.


Auronzo di Cadore- Il parroco del paese è stato sorpreso, questa mattina, in un cinema a luci rosse. Il curato si era camuffato per non essere riconosciuto dai fedeli ma non gli è andata bene. Infatti la parrocchiana più fedele, durate il tragitto da casa sua al supermercato del paese, ha incrociato il prete che usciva dal cinema dopo aver assistito al laido spettacolo. Sorpresa da quest'atto che lei ha cosi commentato "di un'impudicizia che non ti aspetti, sono davvero inorridita", la anziana donna ha subito chiamato a raccolta un vasto numero di fedeli a cui ha illustrato il curioso avvenimento. Il paese, sconcertato, si è subito rivolto al sindaco e al vescovo, chiedendo che il parroco sia redarguito e trasferito in altra parrocchia.

Raccogliendo le opinioni dei paesani abbiamo potuto notare come il timore serpeggiante in ogni coscienza sia quello della pedofilia. "Dopo i cinemini magari poi scopriamo anche che questo parroco è pedofilo! Ma in che mondo viviamo?!" è questo il commento di un anziano del paese. Dubbio che ci pare legittimo e ci carica il peso di una nuova ondata di orrore e sdegno.


L'avvenimento è di quelli che tutti aspettano eh, non c'è che dire. Peccato che me lo sia inventato io dall'inizio alla fine.

No, non è che io mi diverto a fare giornalismo creativo, che poi già ci pensano i giornalisti a farlo.

Il motivo di questo post è che tramite gli aggregatori si può facilmente notare come notizie del genere vadano per la maggiore, sono più gustose del pandoro con la nutella. E che commenti che ricevono, diatribe infinite.

Se nel '700 l'opinione pubblica serviva a combattere i totalitarismi monarchici, ora nel '000 (???) ci serve un qualcosa capace di combattere la dittatura dell'opinione pubblica.

In giro non si fa altro che criticare Studio Aperto e il Tg4, è diventato quasi un dovere morale farlo. Da un certo punto di vista mi sembra anche giusto. Dall'altro lato c'è però il web. Il Web è posto di informazione libera e di libere opinioni. Mica come quelle cacche di telegiornali che dicono quello che vogliono loro e come lo vogliono loro. Il Tg3 attacca sempre Berlusconi, il Tg4 lecca sempre Berlusconi. E a Repubblica sono tutti dei comunisti, e a Libero sono tutti dei fascisti. Così ci si scaglia tutti contro questi desueti mezzi di informazione che assurgono ad un altro significato del mezzo, quello di metà, e fanno una mezza informazione. Dall'altra parte, dicevo, c'è il web. Il web intelligente. Quello che fa informazione libera. Quello che ti delinea tutti i cazzi di Berlusconi, quello che dice che in Italia sono tutti comunisti. Insomma, come il Tg3 ed il Tg4. Pari pari.

Ma sempre sul web puoi capire questo perverso meccanismo a cui penso come una sorta di dittatura dell'opinione pubblica. Gli aggregatori di post, bontà loro, offrono il piacevole servizio di votazione, che fa schizzare in alto gli articoli più apprezzati. Guarda caso gli articoli più apprezzati sono quelli stile Studio Aperto.

Di contro i giornali e i tg hanno il dovere di attirare pubblico, potrà sembrare anche meschino, ma se fosse altrimenti chiuderebbero bottega. Come ci insegna il mercato, anche i pubblici informatori mediatici sono legati alla legge di domanda-offerta. Ed ora non serve dir altro a riguardo, diverrei ripetitivo sennò.


Adesso, quando meno ve l'aspettate vado a chiudere, a sprezzo di ogni forma e stile; non salvo nemmeno la sintassi, niente. Sarà per questo che scrivo su di un blog e non su di un giornale, perché sebbene non sia un bravo scrittore, quanto a populismo non mi frega nessuno.

martedì 15 maggio 2007

Devo conformarmi al conformismo


Il centro di studi antropologici dell'istituto dell'università statale dei Makonde in Mozambico ha recentemente svolto una ricerca sulla popolazione italica in età giovanile. Essendo una piccola università e non avendo altri riferimenti a disposizione ha chiesto a Eupls di divulgare il loro lavoro, e noi li accontentiamo.



Homus italicus juvenilis


Dall'istituzione della nostro dipartimento di studi antropologici questo è il primo importante lavoro svolto nel continente che gli indigeni solgono chiamare Europa.
La nostra spedizione è partita dalle coste del Marocco ove abbiamo potuto constatare come gli usi occidentali-europei sono già radicati nella popolazione locale. Adattatici ben presto ai costumi di questo popolo, ci siamo imbarcati su un mezzo acquatico che questi chiamano "gommone" e che usano soventemente per menare gente dalle coste Marocchine a quelle del sud Italia.
Siamo sbarcati, dopo un viaggio estenuante, in nelle terre di Puglia che si trovano, queste, nel sud dello stivale (lo stivale ha funzioni simili ai nostri sandali di corteccia ma di contro è ben più scomodo da indossare; con questo termine gli italici indicano il loro territorio in quanto ne ricorda la forma).
La costa pugliese ci è subito apparsa molto simile alle coste Marocchine specie nelle architetture. E' un dato incontrovertibile che ci dimostra come gli occidentali siano ormai incapaci di ogni sorta di evoluzione che li porti ad esternare le loro diversità e quindi caratterizzarsi.
La nostra meta era però il grande centro amministrativo situato sulla costa opposta dello stivale, la grande città chiamata Roma.
Da notare la grande disorganizzazione degli italici. Infatti nel nostro viaggio verso Roma abbiamo potuto constatare come i costumi indigeni obblighino le persone a grandi spostamenti di persone e di merci che di contro non si organizzano per un corretta gestione di questi traffici rendendoli estremamente disagevoli.
Giunti nella grande capitale abbiamo potuto organizzare il vero scopo della nostra spedizione focalizzandoci sui giovani indigeni per diverse fasce d'età.

Infanti

L'infante nasce in strutture organizzate dove ogni donna si reca in ascesi volontaria prima del parto.
Il neonato infante e la perpuera genitrice tornano nella loro dimora solo a parto avvenuto e continuano il loro periodo ascetico. Infatti la puerpera ed il consorte sono, in questo periodo, totalmente alienati ai voleri dell'infante e pronti a venire incontro ad ogni sua minima richiesta. Questo periodo dura diversi anni.
Passata la prima fase, quando l'infante raggiunge l'età dei sei anni abbiamo notato dei cambiamenti nella situazione. Ma non in positivo. Contrariamente a quanto si può pensare l'infante, che è ora capace di deambulare autonomamente e di farsi comprendere nell'idioma familiare, viene pressoché segregato nella sua dimora. L'infante in questo modo non apprende alcunché: non è in grado di distinguere cibi commestibili dai non, non è in grado di cacciare le prede più semplici e tanto meno di svolgere le mansioni più elementari all'interno del focolare.
Nei momenti di svago, che per l'infante sono molti, questo convoca altri suoi simili nella sua dimora, o si reca nelle dimore altrui, per estenuanti maratone davanti un dispositivo audiovisivo che ci hanno indicato chiamarsi televisione. C'è anche da dire che i genitori dell'infante temono nel far uscire l'infante all'aperto, comportamento questo dettato forse da tabù vigenti nei loro culti religiosi.

Adolescenti

E' senza dubbio questa l'età più interessante per la nostra ricerca. Posto in ambienti a caratterizzazione sociale, l'adolescente italico sviluppa in questa età i comportamenti che l'accompagneranno per il resto della sua vita. E' sorprendente veder come il già pessimo lavoro svolto dai genitori vada man mano a peggiorare in questa fase della vita degli esaminati.
Abbiamo notato come, secondo i loro costumi, giunti nell'adolescenza i ragazzi acquisiscano il diritto di utilizzare una formula magica dal potere devastante: "voglio". Quest'arte sovrannaturale che gli adolescenti hanno in uso permette loro di gestire la profonda alienazione in cui i genitori sono ormai rinchiusi, allo scopo di ottenere feticci che noi abbiamo classificato come "social improvement".
I social improvement non rispondono ad una classificazione morfologica ma bensì quantitativa.
Infatti il soggetto che in maggior numero avrà a disposizione questi oggetti sarà calato in una situazione privilegiata nella sua comunità che lo riconoscerà come "conformed", massimo grado di aspirazione sociale.
Tornando ai social improvement, abbiamo riscontrato che questi perdono subito il loro valore. Spesso nell'arco di pochi giorni questi vengono riposti nei magazzini delle dimore e devono essere sostituiti in tutta fretta se non si vuol perdere carisma agli occhi della comunità!
Non paghi dei social emprovement, gli adolescenti si gerarchizzano anche attraverso il "suit range". Questa è una scala di valori (da noi ideata in base alle osservazioni) che ci dimostra come ad un determinato capo d'abbigliamento si associ diversa accettazione sociale.
Abbiamo notato che secondo questi rigidi schemi, alla lunga gli adolescenti tendono ad assomigliarsi un po' tutti ed è stato ben difficile per noi portare a termine la nostra ricerca senza confonderci.

Giovani uomini

Ultimi esemplari presi in esame sono i giovani uomini. E' proprio con questi soggetti che possiamo ammirare come lo spettacolare meccanismo che innescato nell'infante, porta con il passare del tempo, allo stato di "physiognomy identity" che si può ammirare a compimento negli esemplari di età compresa dai diciotto ai trenta.
E' stata senz'altro questa la parte più semplice (direi quasi rilassante) della nostra ricerca, infatti in questa età i ragazzi sono praticamente identici sia nell'aspetto che nei comportamenti. dotati di capigliature, vestiario, dialetti, e persino modi e caratteri similari, la ricerca si può sostanzialmente condurre per un solo esemplare per può allargare i risultati all'intera categoria.
D'altro canto è assolutamente sconcertante constatare come gli adolescenti sembrino essere costruiti in quella che gli italici chiamerebbero catena di montaggio. Privi di qualsiasi caratterizzazione, questi adolescenti sembrano trovarsi bene sono in folti gruppi e si sottopongono a degradazioni fisiche e menali per essere ben inseriti in questi. Inoltre c'è da dire che l'esigenza di gruppo non ha fini pratici, è invece assolutamente convenzionale.

Tra questa omologazione di massa spicca di gran lunga un entità, che è quasi definibile quale etnia, chiamata in loco: adolescente di sinistra.

Quest'adolescente di sinistra è distinguibile dai seguenti caratteri:

-capigliatura rasata (o molto corta) sui lati e più lunga nella parte superiore del capo;

-maglietta in genere di colore rosso o nero con effige di un dio occidentale chiamato Che (ci risulta inoltre la paradossale sorte di questo Che, la sua mitologia ce lo dipinge come girovago predicatore che recava l'ideale che la religione è un male, ed è invece assurto al rango di dio);

-pantaloni generalmente molto larghi che lasciano scoperte parte delle terga;

-calzari generalmente in materiale plastico raffiguranti l'effige di una stella.


Molti in passato, trovandosi di fronte ai giovini uomini hanno erroneamente pensato che questi fossero degli adepti a qualche setta (cosa non molto lontana dalla realtà ma comunque erronea), o addirittura sacerdoti di un culto locale in relativa divisa distintiva. La nostra ricerca ha invece dimostrato la realtà per lungo tempo ignorata: dall'infanzia all'età adulta, il giovane italico è piegato (ma molto spesso decide, si sforza con tutto se stesso a conformarsi) ad un modus vivendi, al fine di, si noti bene, non essere parte della società ma sentirsene parte integrante ed indispensabile.

Prossime osservazioni che risulteranno indispensabili alla completezza della ricerca, saranno quelle di vedere come il ragazzo italico cresca e diventi parte attiva, produttiva, della società. Possiamo leggere dalle precedenti osservazioni svolte del nostro dipartimento come l'uomo italico conservi queste sue distorsioni adolescenziali rendendo cattivi servigi a se stesso ed in genere alla società. Ma questo è un discorso da dipanare in una successiva opera.

Ringraziamo Eupls per averci fornito il supporto alla divulgazione del nostro lavoro.





P.s.


Ormai ad Eupls siamo sulla strada dell'epigenia... Umberto, scusami.

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venerdì 11 maggio 2007

Family gay


Prologo


Qua il discorso è difficile. Non una difficoltà intrinseca all'argomento, ma bensì all'argomentazione. Questa tenderebbe a deviare sul qualunquismo più sfrenato, e potrebbe facilmente raggiungere la qualità di un discorso di Maurizio Costanzo se non ci si sta attenti... Speriamo bene.


Logo


Venitemi a dire che studiare le lingue morte non serve, vi sputo in un occhio. Io le lingue morte non le ho studiate, ma logos mi offre una vasta gamma di significati (per le mie argomentazioni) che è un peccato che non ci siano più parole come questa.

Voi che sapete più di me, in questa semplice parola che i Greci ci hanno gentilmente concesso di adoperare nel nostro blog (parliamo sempre di logos) , si vengono a scontrare i due pilastri su cui si è formata la cultura dell'uomo che oggi noi tutti siamo: metafisica e logica.

Nella metafisica, ma voi lo sapete già (faccio il paraculo oggi, lo so), va a rientrare quella che è la spiritualità in senso lato, e più precisamente (che è quello che a noi interessa) la religione.

Direte voi, miei attenti lettori, che cappericchio c'entra logos con la metafisica e quindi con la religione? Il logos (ridondante...) lo troviamo paro paro nel Cristianesimo come tramite attraverso il Divino opera. Ecco detto, e fatevelo bastare, non dirò altro a riguardo, se volete saperne di più iscrivetevi a filosofia. Io faccio storia e tant'è.

Veniamo ora alla seconda categoria a cui la parolina Greca ci ricollega.

Nella logica il logos null'altro è che l'antesignano del significante di cui prima. Cioè (che è difficile pure per me, o meglio, soprattuto per me), da logos discende logica. E'lineare.

Ora non sto qui a spiegarvi il perché di questo in quanto è discorso lungo (poi nemmeno troppo lo ricordo ed ho paura a riaprire i libri in questo momento).

Cercando di affrontare un discorso storico a riguardo, che gradualmente ci porti in argomento, le ere hanno visto una dura lotta tra la metafisica e la matematica (eh lo so... la so lunga io). Lotta vinta inizialmente dalla metafisica (vedi religione) e spostandoci al presente ha visto un recupero della logica ed al trionfo della matematica.


Ora che sapete qualcosina in più su questa parolina che tanto ha dato alla filosofia ed alla matematica, vediamo do tornare a bomba.

Come chiunque che abbia acceso la TV almeno una volta da tempo immemorabile sa, siamo arrivati al fatidico Family Day, un anglofonia indispensabile per rendere più attraente l'italico "giorno della famiglia". A cosa serve parlare ancora di questo Family Day vi chiederete voi? E soprattuto, che cavolo hai scritto a fare tutte quelle menate sul logos se poi ci parli di Family Day? Semplice, per riempire spazio e partorire un nuovo post di cui nessuno sentiva la mancanza. E poi al mio ego fanno bene queste cose.

Questo nostro Family Day, si può facilmente inquadrarlo in quella che prima si è descritto come logica. Essendo la logica strettamente legata alla matematica, e quindi regolatrice di natura, è sostanzialmente naturale (bello eh?) che l'uomo si leghi ad altre della sua specie per formare quel fondamentale atomo sociale detto famiglia.

Di contro, possiamo associare la coppia di fatto (antitetico della famiglia naturale) alla metafisica. Ma questo non arbitrariamente, giammai. Etimologicamente metafisica deriva da meta (che vor dì "oltre") e fisica, nel senso di naturale, quindi proprio ciò che è oltre il naturale: la coppia di fatto appunto. Anche i discorsi di Costanzo sono oltre il naturale, ma non è questa la sede per dibatterne.

Vediamo dunque riaffiorare di nuovo la lotta tra spirito e ragione, che si è innumerevoli volte proposta nell'arco della nostra storia. Basti pensare a quella che fu la Rivoluzione Francese con quel suo tipico sottofondo di teste rotolanti. Tres joli.

Ovviamente questo discorso non sta in piedi. Potrei tranquillamente porlo in maniera totalmente opposta avendone come risultato un qualcosa di abbastanza convincente per chi vuole esserne convinto.

E' quella che si chiama verità di fatto, contrapposta alla verità di ragione (come le famiglie, vedi tu a volte)...

Il discorso, posto in questi termini diventa squisitamente strumentale.

Quindi diamo spazio a dei quesiti che vogliono essere assolutamente cerchiobottisti:


Se vogliamo dirla tutta non ci troviamo di fronte al paradosso di Sen. Queste due entità familiari non entrano in competizione tra loro. Non c'è concorrenza e quindi nessuna delle due può fallire. Probabilmente la famiglia di fatto potrà fallire nei suoi intenti di restare unita, ma dopo che la stessa dimostrazione ci è stata data dalla famiglia naturale, vogliamo almeno dare alla prima il tempo di provarcelo anch'essa?

Si è inoltre detto tanto sui partecipanti al giorno della famiglia e delle loro numerose famiglie. La cosa non mi fa tanto scalpore, ad esempio, quanti fumatori consigliano a terzi di non fumare?

Volete lasciare liberi gli omosessuali, per quanto a loro possiate essere contrari, di inguaiarsi con un atto legale parte della loro vita?

Volete pur lasciare libera la chiesa, per quanto ad essa possiate essere contrari, di difendere i loro valori e le fondamenta stesse del loro credo?


Insomma, è un argomento questo in cui per me è ben difficile dare ragione a quella o questa parte. Sono un po' tutti detentori di qualche verità (sempre in senso logico) ed affrontando questo discorso (sempre in senso logico) ci ritroviamo ora ad avere tra le mani qualcosa di simile al paradosso di Sen:

è impossibile far coesistere le ragioni della chiesa e le ragioni dei di.co.

Questo è l'unico dato incontrovertibile, e detta in termini poveri qualcuno deve cedere. Ovvero è una situazione da cui se ne esce solamente eliminando, o meno violentemente semplicemente scontentando una delle due parti in questione.

L'ultima domanda che voglio porre è questa: chi vogliamo mettere da parte, e soprattuto, perchè?


Epilogo


A dire il vero non ho nessun epilogo per fare una chiusa. Se volete faccio una chiosa invece di una chiusa ed al posto di un epilogo scrivo un epigono.

Epigono: rileggete il post e ne avrete un ottimo esempio.

mercoledì 9 maggio 2007

I poveri non ci lasceranno morire


"...ci sono al mondo un miliardo e duecentocinquanta milioni di uomini e donne senza futuro, ne possibilità di lavoro, privi di assistenza sanitaria, impediti a frequentare la scuola. Sono persone letteralmente cancellate dalla faccia della terra, inutili per il sistema: un miliardo e duecentocinquanta milioni di essere umani come voi, come me"
L'introduzione è presa da un libro che ho letto recentemente: "i poveri non ci lasceranno dormire" di padre Alex Zanotelli. La frase mi sembrava fin troppo adatta per dar un buon inizio a questo post. Ci mette davanti alla cruda realtà, non ne possiamo fuggire, dobbiamo leggerla e dobbiamo capirla: i poveri sono inutili.
Dite di no? Allora non capite niente proprio, possiamo prendere il caso dell'Africa per darne un'immagine della loro, non solo inutilità, ma pericolosità addirittura.

Nel mondo, dal '900, gli uomini hanno deciso che dovevano riprodursi in maniera impressionante. Ne siamo uno sproposito sulla faccia del pianeta ma non tutti viviamo allo stesso modo. Noi occidentali, che abbiamo capito tutto, ce la passiamo bene, abbiamo capito come si fa a campare. Produciamo e consumiamo senza sosta alcuna, diamo lavoro a tantissime persone e mandiamo avanti l'economia con un comportamento da far impallidire la migliore stoà.
I poveri invece no. Loro stanno in Africa ed è tutto dire. Perché l'Africa non funziona? Perché è piena di poveri! I poveri non fanno un cazzo, non vogliono la casa, vivono nelle baraccopoli. Non pensano a lavorare, vivacchiano con i modi più degradanti. Non pensano a coltivare i terreni e a produrre il tonno in scatola, si accontentano di cercare cibo tra la spazzatura.
Questi sono solo alcuni aspetti della loro vita, e ora capite che con questo comportamento non si riesce a risollevare le sorti dell'Africa.
Ci vengono a fare una testa così che ai poveri servono soldi. Ci fanno pure i concerti per sensibilizzarci sulle sorti dei poveri. Ma i poveri che fanno? Se vogliono un po di soldi vanno a chiedere l'elemosina, rubano, si prostituiscono. Si può mai mandare avanti l'economia in questo modo? questi poveri non ci hanno capito niente di come si vive. Sarà perché non vanno nemmeno a scuola. Anzi, i bambini poveri non sanno nemmeno scrivere "scuola", ma che dico, non sanno nemmeno scrivere. Quei bambini invece di andare a scuola fanno tutt'altro: chiedono l'elemosina, rubano e si prostituiscono. Ma questo è l'esempio che danno i genitori, è normale che poi finiscono così. Alcuni di questi bambini dicono che non vanno a scuola perché la scuola nemmeno ce l'hanno. e allora dico io, costruitela una scuola! Invece di stare a cucire palloni e scarpe per cinquanta centesimi al giorno, prendete dei mattoni e tirate su una scuola, e che ci vuole! Ma questi poveri sono lassisti...

Pensate, riescono a morire di diarrea! E come se non bastasse non costruiscono nemmeno gli ospedali per curarsi!! E' incredibile il loro lassismo...

I poveri in Africa muoiono di diarrea perché bevono l'acqua sporca. Sono pure stupidi, ma bevete l'acqua pulita!

Però quando c'è un po' di intelligenza si capisce. Siccome la bevono l'acqua sporca, c'è qualcuno più furbo che si va a procurare l'acqua pulita e poi la rivende nelle baraccopoli dei poveri. Questo è un esempio di come l'Africa possa fare economia, manca l'acqua pulita? E allora glie la vendiamo buon Dio!!! Così non si prendono nemmeno più la diarrea e siamo tutti contenti.

Ma a parte questo, i poveri in Africa mica muoiono solo di diarrea. Macchè, sono così disattenti che da quelle parti c'hanno quasi tutti l'aids. Ma mica come da noi che ci muore di aids lo chiamano John Holmes e diventa un mito. La no, non sono nemmeno capaci di sfruttare la situazione per crearne dei miti. La chi muore di aids va ad ingrassare la terra. E non è nemmeno detto che venga sepolto. Pensate che schifosi questi poveri.

Oltretutto li, di aids ci muoiono da subito, tipo anche a venti anni. Non sanno proprio cosa voglia dire vivere, non ci hanno capito niente di niente.

Però ora devo mettere anche una parola buona per questi disadattati.

Come sappiamo, anche noi nella società civile abbiamo i nostri problemi. Per esempio ci servono gli organi da trapiantare quando ci ammaliamo. Siccome stiamo a fare le pulci su cosa è etico e cosa non lo è, nel frattempo moriamo come le mosche (sempre meno dei poveri però eh, siamo più furbi noi, basta vedere il fatto che non siamo poveri). Ed è in questo campo che i poveri si stanno redimendo. Questi che non hanno nemmeno gli occhi per piangere non li hanno per un motivo, perché ce li prendiamo noi. Il concetto è semplice, ci serve una retina qua nella società civile? Andiamo in Africa, dai poveri, e ne troveremo un migliaio di retine a buon mercato.

Io per esempio sto cercando di avere il cuore di Carl Lewis, ma mi dicono che sebbene sia di colore non è povero e che quindi non se ne fa niente.

Però sebbene questo commercio d'organi sia un ottimo sbocco lavorativo per questi morti di fame, in america hanno pensato di metterci una pezza... Hanno fatto una legge che blocca questo traffico d'organi che reputano immorale.

Io non lo so da che ottica vedano la situazione, ma se questi poveri vogliono perseverare nella loro condizione disastrosa tanto vale usarli per qualcosa di utile. e allora prendendo spunto dal libro di Zanotelli posso affermare che: i poveri non ci lasceranno morire, almeno si rendono utili.